Una nuova cultura dello Smart Working
Smarter Less Stress
La pandemia da Covid-19 ha catalizzato una ridefinizione degli ambienti lavorativi e del concetto stesso di lavoro, accelerando un processo che altrimenti avrebbe richiesto più tempo e risorse per essere implementato completamente. In un’era sempre più digitale e interconnessa, l’adozione dello smartworking (SW) ha registrato un significativo aumento: secondo un’indagine condotta dall’INPS (consultabile qui), nelle grandi imprese industriali e nel settore delle costruzioni, l’utilizzo dello SW ha raggiunto picchi del 65%.
Tuttavia, il termine “smartworking”, se interpretato nel suo significato comune, può risultare fuorviante. L’aggettivo “smart” suggerisce una riconfigurazione più intelligente del rapporto tra lavoro e vita privata. Tuttavia, secondo l’INPS, nell’ultimo anno la giornata lavorativa in modalità SW è stata prolungata di 1-3 ore, i lavoratori hanno riportato maggiore stress e ansia, e si sono trovati in difficoltà nel separare la sfera professionale da quella personale.
Per le aziende, un approccio autenticamente “smart” implicherebbe un cambio di mentalità mirato a ridurre i costi, ottimizzare i processi e incrementare la produttività e la marginalità. Dall’altro lato, per i dipendenti, un approccio “smart” significherebbe autonomia nella gestione del tempo e degli obiettivi, consentendo loro di dedicare più ore alla giornata a interessi personali o attività non lavorative, riducendo ad esempio il tempo speso per gli spostamenti e contribuendo alla diminuzione delle emissioni di CO2.
Tuttavia, l’aumento dello stress derivante dalla costante disponibilità e dalla sempre più sfumata linea tra orario di lavoro e tempo personale ha generato un nuovo fenomeno: la “Great Resignation”. Secondo le statistiche di Randstad, il 56% dei giovani intervistati provenienti da 34 paesi ha dichiarato di essere disposto a lasciare il lavoro se questo ostacolasse un equilibrato bilanciamento tra vita professionale e privata.
Il progetto si propone di conseguire due obiettivi specifici:
Questo si traduce in un’azione volta a promuovere il benessere aziendale e una nuova cultura dello smartworking, dove la consapevolezza dei limiti e la responsabilità individuale giocano un ruolo chiave.
Il progetto si propone di creare un vademecum per imprese e lavoratori per accrescere il benessere dei lavoratori in smartworking favorendo un approccio al lavoro più felice.